#quell'oscuro oggetto del desiderio
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movie-gate · 10 days ago
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Quell'oscuro oggetto del desiderio (1977) Luis Buñuel
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mtonino · 4 months ago
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1977 Luis Buñuel gira il suo ultimo film: Quell'oscuro oggetto del desiderio, ma non è contento del finale. Decide di aggiungere un'ultima scena: il dettaglio di due mani (la moglie del co-sceneggiatore Jean-Claude Carrière) che ricamano.
La carriera di questo grande regista è così racchiusa tra due scene: un taglio, quello dell'occhio in Un Chien Andalou e una ricucitura.
La regia fino alla fine.
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Un Chien Andalou (1929) Luis Buñuel
Quell'oscuro Oggetto del Desiderio (1977) Luis Buñuel
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liviaserpieri · 7 years ago
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“Da qualche parte, tra il caso e il mistero, s'insinua l'immaginazione. Libertà totale dell'uomo che, come le altre, hanno tentato di sminuire, di cancellare. Proprio per questo il cattolicesimo ha inventato il peccato d'intenzione. Un tempo, quella che ritenevo la mia coscienza mi proibiva certe immagini: assassinare mio fratello, andare a letto con mia madre. Mi dicevo: «Che orrore! » e respingevo di furia quei pensieri maledetti da sempre. Solo verso i settanta-settantacinque anni sono riuscito a capire in pieno e ad accettare l'innocenza dell'immaginazione. Mi ci è voluto tutto quel tempo per ammettere che quello che mi passava per la testa riguardava soltanto me, che non si trattava in alcun modo di quelli che chiamano "cattivi pensieri", in alcun modo di peccato, e che dovevo lasciar andare la mia immaginazione dove voleva, anche se sanguinosa e degenerata. Adesso, accetto qualsiasi cosa e mi dico: «Bene, vado a letto con mia madre, e allora?» e quasi subito le immagini delittuose e incestuose svaniscono, cacciate dall'indifferenza. L'immaginazione è il nostro primo privilegio. Inspiegabile come il caso che l'ha provocata. Per tutta la vita mi sono sforzato di accettare senza tentar di capire le immagini impellenti che mi venivano. A Siviglia, per esempio, durante le riprese di Quell'oscuro oggetto del desiderio, alla fine di una scena, ho improvvisamente chiesto a Fernando Rey, preso da una subitanea ispirazione, di afferrare una sacca di iuta da macchinista che stava sopra una panca e buttarsela in spalla mentre se ne andava. Nello stesso tempo, sentivo l'irrazionalità di quell'atto e lo temevo un po'. Girai quindi due versioni della scena, con e senza la sacca. Il giorno dopo, in sede di proiezione, erano tutti d'accordo - e io con loro - che la scena migliore era quella della sacca. Perché? Impossibile dirlo, a meno di non impantanarsi negli stereotipi della psicanalisi, o di qualsiasi altra spiegazione. Psichiatri e analisti di tutti i generi hanno scritto parecchio sui miei film. Li ringrazio, ma non leggo mai le loro opere. Non m'interessa. Parlerò in un altro capitolo della psicanalisi, terapia di classe. Qui, aggiungo soltanto che certi analisti, come ultima risorsa, mi hanno dichiarato «non analizzabile», come se appartenessi a un'altra cultura, a un altro mondo, il che dopotutto è possibilissimo.  Alla mia età lascio dire. La mia immaginazione continua a esistere e, nella sua inattaccabile innocenza, continuerà a sostenermi fino all'ultimo respiro. Orrore di capire. Felicità di accogliere l'imprevisto. “
(...)
“Mi piace il rumore della pioggia. Lo ricordo come uno dei rumori più belli del mondo. Lo sento, con un apparecchio, ma non è più lo stesso rumore.La pioggia fa le grandi nazioni. “
Mi último suspiro, L.  Buñuel
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iskra81 · 8 years ago
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A livello di inconscio è accertato che il fato non esiste.
Piéral, "Quell'oscuro oggetto del desiderio" (Luis Buñuel, 1977)
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ultimavoce · 7 years ago
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Quel (non tanto) oscuro oggetto del desiderio: il cult di Buñuel
Il #cult di #Buñuel riscoperto: Quell'oscuro oggetto del desiderio con #FernandoRey e #AngelaMolina
Per usare termini dinastici, Luis Buñuel (1900-1983) è uno dei fondatori del regno surrealista insieme ad André Breton, Dalì e Mirò, i quali vedono i loro principi ereditari in Jodorowsky e David Lynch.
Buñuel entra nella cultura europea con la violenza onirica del suo primo film, Un chien andalou, che viene presentato nel 1929 e assalito dalle forze di destra francesi per i suoi attacchi alla…
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lesvisionsdanslair-blog · 10 years ago
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Nella fitta filmografia di Luis Buñuel si individuano spesso due tipologie di donne: la vergine e la puttana. Generalmente si tratta della parabola che la femminilità compie in seno allo stesso personaggio, prima ragazza pura che non porta con sé i segni della vita, poi donna smaliziata che si rivela letale per l’uomo (si prendano le protagoniste di Lui, Viridiana, Diario di una cameriera, Bella di giorno e Tristana). E non sempre l’evoluzione è percorsa in senso cronologico, perché il regista osa anche, nel nome del surrealismo, rimescolare a piacimento le due anime opposte in modo da confondere il protagonista, e con lui lo spettatore (accade quando alterna due attrici per interpretare la stessa Conchita, fonte di continua frustrazione per il narratore-protagonista di Quell’oscuro oggetto del desiderio).
In tutti i casi si tratta sempre di donne che attuano una traslazione da oggetto passivo del desiderio maschile, a soggetto attivo teso al soddisfacimento del proprio desiderio. Al centro ci sta sempre una rottura causata dall'uomo, mentre in epilogo è lo stesso uomo a soccombere. La sessualizzazione rende la femme inevitabilmente fatale, sembra dirci Buñuel.
Forse questo uso della femminilità ha indotto a volte a parlare di un Buñuel misogino, anche se mi risulta difficile catalogarlo in modo così drastico: a ben guardare, dietro ognuna di queste donne ci sono infatti ritratti di mascolinità disfunzionali e perverse che non risentono meno del giudizio dell’autore (oltre i già citati film, come dimenticare il protagonista di Estasi di un delitto).
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mtonino · 4 months ago
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Ancora Luis Buñuel, ancora Quell'oscuro oggetto del desiderio. L'idea nacque negli anni 50 quando gli fu chiesto di adattare il romanzo La femme et le pantin, il progetto abortì poiché Buñuel voleva Vittorio De Sica e Mylène Demongeot , la produzione aveva sotto contratto però la Bardot.
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Buñuel si ritirò e fu rimpiazzato da Julien Duvivier che realizzò Femmina (1959) con, appunto, Brigitte Bardot
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Successivamente, nel 1977, Luis Buñuel scelse Maria Schneider per il ruolo di Conchita, ma, dopo un mese di riprese fu esonerata per incompatibilità caratteriali.
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Per rimpiazzare l'attrice furono proposti due nomi tra cui scegliere: la francese Carole Bouquet e la spagnola Àngela Molina, la brillante idea di Buñuel fu quella di sceglierle entrambe facendogli interpretare lo stesso personaggio.
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